Mission, Governance, Vision

La differenza cristiana di un progetto educativo

don Francesco Preite  

Responsabile Oratorio Centro Giovanile  Redentore  Salesiani Bari

Project Leader “Finis Terrae”


Le periferie contano qualcosa nelle grandi metropoli urbane della nostra esistenza? I gesti di bontà e di tenerezza servono ad un mondo concentrato sul proprio tornaconto e sullo spread? Il più forte vincerà sempre nella selezione naturale di una società sempre più esclusiva e sempre meno inclusiva?

In poco meno di un mese, queste domande hanno trovato un’unica risposta da un’istituzione al centro di scandali che l’hanno turbata ma non vinta, da una comunità antica ma sempre giovane con una capacità innata di rinascita e di riscatto. La risposta è stata: Papa Francesco.

Un vescovo scelto dalla periferia del mondo per presiedere nella carità, il centro del mondo.

E nella prima omelia, il vescovo di Roma ha lanciato il suo progetto in tre punti, anzi in tre movimenti. Ogni educatore sa che per permettere la crescita di un ragazzo ha bisogno di proporre dei passaggi, dei movimenti. In tal senso il progetto è educativo: movimenti e non punti, perché il movimento indica dinamismo e non immobilismo. Il progetto educativo di Papa Francesco insiste su tre movimenti semplici e chiari per l’agenda mondiale della Chiesa e dei credenti.  

Il primo movimento è camminare. “Camminare è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo”. Camminare indica la missione da portare a termine. Ogni cammino è ricco di insidie che non devono imbrigliare o fermare una comunità che vuole giungere insieme alla meta. Camminare con il passo dell’ultimo e non del primo: è il segreto del non fermarsi ed è la mission dei credenti che voglio rendere un servizio alla persona e alla società.

Il secondo movimento è edificare. Edificare è voler consolidare il cammino fatto costruendo la comunità pietra su pietra. Costruire richiede la  forza di verificare il cammino (mission) prendendo decisioni rispettose della comunità ma perentorie per non compromettere il cammino svolto costruendo palazzi di sabbia, deboli di consistenza. La capacità di governo, la governance è il secondo movimento che il pastore di Roma chiede ai cristiani di rendere operativo. E avverte: “Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza”.

La governance richiede la capacità di ben progettare, terzo movimento. La visione progettuale o vision illumina gli altri due movimenti dando senso e significato.  Senza visione progettuale non ha senso né camminare, né edificare: “Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va”. Confessare Gesù Cristo (vision), significa proporre la croce come unica via (mission) per servire la persona edificando la comunità (goverance). Tradire la vision è tradire l’identità del cristiano: “Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, ma non discepoli del Signore”.  

La differenza cristiana sta tutta qui! Una differenza che pone l’ultimo al centro, che non discrimina ma che edifica una comunità sempre più giusta ed inclusiva come l’amore di Dio manifestato sulla croce per tutti. Difficile da credere? Gesù Cristo ha iniziato con dodici apostoli… E Papa Francesco, successore di Pietro del gruppo dei dodici, già sta attuando il progetto. Alcuni segni parlano chiaro: la croce pettorale di ferro, il condividere il tragitto sul bus con gli altri confratelli cardinali, la riduzione della scorta, il celebrare la Messa del Giovedì Santo nel carcere minorile di Roma…

Gesti semplici che esprimono una verità difficilmente contestabile: l’unico potere del cristiano è il servizio.

 

* © Francesco Preite – “Finis Terrae” (Aut. Trib. Bari n. 2131/2012 del 24.09.2012).