Il Festival della Dottrina Sociale ed i giovani

Intervista al segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace

  

In vista della terza edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che si terrà dal 21 al 24 novembre a Verona, riproponiamo l’intervista a Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, fatta in occasione della prima edizione.  

 

Eccellenza, perché secondo lei la Dottrina sociale della Chiesa è importante per i giovani? Crede che la ritengano difficile da comprendere? 
La dottrina sociale della Chiesa è importante per i giovani soprattutto per la loro crescita completa, in pienezza. I giovani credenti sono necessitati a crescere secondo tutto il loro essere e una dimensione fondamentale della loro esistenza è proprio quella sociale. La Dsc è quell’elemento, quel punto di riferimento fondamentale che consente di crescere secondo una vita sociale libera e responsabile, impegnata nella realizzazione del bene comune con l’amore di Gesù Cristo, seguendo la Sua Verità. Certamente la Dsc può rappresentare per chi non la conosce un qualcosa di difficile, però bisogna anche aiutare i giovani a capire che la Dsc è una realtà che appartiene al loro essere a immagine di Dio, al loro essere figli di Dio; la Dsc non sta solo fuori di loro scritta nei libri che usano paroloni, ma sta soprattutto nel proprio essere, nella propria identità, nella propria vocazione e quindi c’è bisogno di educatori che sappiano far incontrare la Dsc non solo nei suoi concetti ma anche nella sua dimensione esistenziale-vocazionale, nell’esistenza della persona.

Lei ha parlato del valore della Caritas in Veritate; essa fa riferimento al mondo dell’educazione, tema importantissimo per i ragazzi?
Certo. Nell’enciclica Caritas in Veritate c’è proprio un paragrafo dedicato all’educazione. In realtà tutta l’enciclica può considerarsi dedicata al tema dell’educazione, perché il tema centrale dell’enciclica riguarda lo sviluppo integrale della persona, che è lo stesso obiettivo poi dell’educazione. L’educazione deve interessarsi, deve creare le condizioni, gli ambienti vitali perché ogni persona cresca nella sua pienezza secondo tutte le sue dimensioni: quella di libertà e responsabilità, quella di relazionalità nei confronti degli altri e nei confronti di Dio. Ebbene questa enciclica che ha al centro il tema dello sviluppo integrale è perfettamente in sintonia con gli obiettivi e gli orientamenti offerti dalla CEI, la quale ha inteso varare un decennio dedicato all’educazione alla vita buona. La Dsc e la Caritas in Veritate sono gli strumenti adeguati per educare alla vita buona nella società secondo lo spirito di Gesù Cristo.

Qual è secondo lei il punto di partenza grazie al quale i giovani possano fare uno studio approfondito della Dsc?
Innanzitutto avere tra le mani il testo, leggerlo, farsi aiutare a leggerlo, farsi aiutare da persone che hanno una competenza dal punto di vista teologico, economico, finanziario, giuridico e politico perché la Dsc è un sapere che si avvale dell’apporto di diverse scienze; è un sapere interdisciplinare e quindi per comprenderne bene il significato e soprattutto per essere atti a viverla e sperimentarla c’è bisogno del contributo di più persone che aiutino non solo a comprenderla in significato, ma anche a trovare le vie della sua migliore realizzazione

 

Clicca qui per il Festival dottrina sociale

Fonte: Rete Sicomoro