Parroco del Redentore
«Nel quartiere la gente
non ha più da mangiare»
BARI – «Il Libertà non è solo un quartiere degradato ma una polveriera pronta ad esplodere. Qui non c’è povertà ma miseria, la povertà ha ancora dignità, alla miseria manca anche quella». Usa parole dure, don Mario, parroco della chiesa del Redentore, unico faro nel buio di questo quartiere, che nasce borghese e si ritrova in miseria. «La metà degli abitanti di questa zona – denuncia don Mario – non riesce a mangiare nemmeno una volta al giorno».
L’oratorio mette a disposizione, gratuitamente, tutte le proprie strutture, tra cui un campo di calcio, perfettamente curato e un campo da basket.
Padre, che cosa manca di più nel quartiere? «Manca tutto. Non esiste nessuna forma di sicurezza, non esiste un presidio stabile delle forze dell’ordine su un quartiere che è una polveriera, poiché non si intravede un barlume di speranza. I politici di oggi non ci consentono di sperare alcunché».
Dunque le istituzioni, sia a livello nazionale che locale, non muovono foglia? «Nelle istituzioni non c’è da riporre alcuna speranza, pensano solo a litigare per le poltrone e le loro beghe di partito. Gli operai sono stati zittiti e l’unica scuola di formazione (regionale – n.d.r.) la stanno addirittura eliminando. Così le grandi imprese crescono e gli operai continuano a morire sul lavoro».
E cosa ne è dei quartieri emarginati come il Libertà? «Questo quartiere sta morendo soprattutto perché non si trova un lavoro qualsiasi, soprattutto per i giovani. Ma anche per coloro che hanno perso il posto di lavoro e ora non sanno più come pagare il fitto, le bollette e persino non hanno da mangiare. I giovani, quindi, che nascono al Libertà hanno poche chances di avere una vita normale, lavorativa e dignitosa. Nella miseria, ripeto, non c’è più nemmeno dignità».
Che cosa rimprovera sotrattutto alle istituzioni? «La Regione Puglia è assente e ora vuole cancellare anche la Formazione professionale, togliendo ai giovani ogni opportunità di lavoro. L’assessore Caroli cerca di fare qualcosa, ma non c’è un progetto. In tal modo chi è ricco diventa più ricco e chi è povero è destinato alla morte civile. Con il Comune e la Provincia almeno c’è un dialogo aperto, ma non sempre seguono i fatti ».
Una situazione che non si ferma al territorio barese? «La Puglia, Bari in prima fila, era il faro del Sud fino a qualche anno fa, ora è l’ultima carrozza. Si parla di eccellenze e io mi indigno. Con quale criterio la sanità si vanta, mentre la gente negli ospedali va a morire?»
Che cosa vorrebbe dire agli uomini delle Istituzioni? «Che qui non c’è nulla. L’unico faro è il nostro oratorio-centro giovanile, aperto dalle 15 a mezzanotte, ogni giorno. Perché qui i giovani non hanno nulla e la nostra struttura è aperta a tutti, gratuitamente. Manca soprattutto la politica dei piccoli passi per dare respiro alle famiglie povere. A livello di quartiere ci siamo solo noi Salesiani e il nostro Centro giovanile. E ci criticano pure perché siamo privati. Ma il pubblico dov’è? Ciò che facciamo non è tenuto in nessun conto dalle istituzioni. Ci guardano sì con simpatia ma a noi la loro simpatia non serve e non serve al quartiere» .
La gente del Libertà è esasperata. Che cosa può accadere? «Il Libertà fra non molto esploderà. E la cosa peggiore è la mancanza di lavoro, non solo per i giovani ma anche per i trentenni, quarantenni o cinquantenni che hanno perso il lavoro e rischiano di ritrovarsi per strada. Nel frattempo, arrivano soltanto tasse per uccidere quei pochi che ancora respirano».
Risponde al vero che il Libertà è nelle mani della malavita? «Io non parlerei di malavita ma di disperazione. Si delinque per poter campare, per poter mangiare. Queste persone di malavita, se li incontri con umanità sono i primi che vogliono mettersi sulla giusta strada. Purtroppo, però, si trovano davanti al nulla».
Che cosa non funziona in questo circolo vizioso? «La politica è sbagliata. La Regione sta molto più attenta alla provincia che alla città. Intorno a Bari non c’è nemmeno un terreno su cui far crescere un carciofo, i terreni stanno solo in provincia. C’è persino una sovvenzione per gli oratori di questi paesi, ma qui a Bari e nelle altre città pugliesi, nessuno ci aiuta».
Vuole lanciare un messaggio, padre? «In certe circostanze invito le Istituzioni ad essere più attenti e puntuali e di aiutare gli oratori di città, prendendo coscienza che spesso sono l’unica luce nel buio». [c. cim.]
La Gazzetta del Mezzogiorno 1 Febbraio 2004 pag 36
Fonte: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/