Con don Bosco, ridisegniamo la missione
educativa del Redentore nel quartiere Libertà
Cari amici buon 2016!
Iniziamo il nuovo anno immergendoci in questo “oceano di misericordia” che inonda il nostro mondo. Siamo chiamati da Papa Francesco “a lasciarci rigenerare, per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione”.
Don Bosco ha coniugato misericordia di Dio ed educazione operando per la salvezza di tanti giovani.
Umberto Eco, lo definisce “geniale riformatore che inventa un modo nuovo di stare insieme, l’oratorio. Tale «rivoluzione – scrive (1984) – è una macchina perfetta in cui ogni canale di comunicazione, dal gioco alla musica, dal teatro alla stampa, è gestito in proprio… un progetto che investe tutta la società italiana dell’èra industriale».
Come don Bosco, anche noi siamo chiamati a coniugare misericordia di Dio ed educazione, ridisegnando la nostra missione educativa oggi al Redentore di Bari con audacia e con coraggio.
C’è bisogno dell’aiuto e dell’interesse di tutti, non solo di coloro che hanno un legame affettivo o di servizio o un debito di riconoscenza verso il Redentore, ma specialmente di coloro che hanno a cuore le sorti del quartiere Libertà di Bari.
Un quartiere vivace nel quale la questione educativa è centrale. Tutti si sono accorti che è in corso al Libertà una lotta educativa, una battaglia di civiltà, che passa dagli adulti proprietari o non di un cane, ai ragazzi con genitori compiacenti delle loro bravate… a questioni più importanti legate alla criminalità organizzata, alla disoccupazione giovanile, all’integrazione con gli immigrati…
In questo quartiere popolare e popoloso, ricco di vivacità, con prospettive di rilancio attraverso la riqualificazione della Manifattura dei Tabacchi (sede di Porta Futuro e del prossimo CNR), c’è la casa salesiana del Redentore. Oggi più che mai il Redentore è necessario al quartiere e andrebbe valorizzato e potenziato nei servizi socio-educativi con politiche intelligenti. Senza nostalgie per un passato glorioso, al quale tutti siamo riconoscenti, ma che non deve renderci ostaggi, dobbiamo cogliere le nuove istanze e dare immediata risposta.
Oggi la casa salesiana del Redentore con la collaborazione a più livelli dei laici e della Famiglia salesiana, svolge una missione educativa nei confronti del quartiere attraverso vari settori. L’Oratorio-Parrocchia rappresenta il settore più vitale e solido della casa salesiana. Non così è la Formazione Professionale: la struttura risulta sovradimensionata rispetto ai corsi svolti e ai ragazzi che partecipano. Le politiche regionali in questi anni hanno decisamente contribuito alla decadenza. Eppure gli investimenti fatti nella formazione professionale in altre Regioni italiane, dimostrano la validità in chiave occupazionale per i giovani. Il Collegio universitario risulta al completo e si sta avviando la Biblioteca di quartiere attraverso il laboratorio culturale, che vorremmo sempre più in rete con l’Università di Bari. Un settore della casa che in questi anni si è sviluppato è quello dei Servizi Socio-educativi per minori e famiglie attraverso il Caf/Cap Libertà, il Punto Luce in collaborazione con Save the Children, e la comunità educativa per minori “16 Agosto” frutto della collaborazione con la Caritas diocesana.
Ma la chiave di volta che il Redentore vorrebbe offrire al quartiere Libertà è la riqualificazione e riapertura del Cinema-teatro, un spazio educativo ove far confluire cultura, integrazione, lavoro giovanile.
Provate ad immaginare il quartiere Libertà dotato di un contenitore culturale come il Cinema-teatro. Se lo riuscissimo a riqualificare, potremmo attivare dei corsi di formazione per operatori teatrali e cinematografici, dare possibilità di lavoro giovanile, favorire la creazione di laboratori teatrali per ragazzi e giovani, alimentare una cultura dell’integrazione e della legalità, continuare a proporre alternative di vita a quella imposta dai clan.
C’è bisogno di sognatori e di lottatori!
Ho provato a sognare con voi il futuro del Libertà partendo dall’apporto educativo della casa salesiana del Redentore. Abbiamo davvero bisogno di sognare e di lottare affinché tutto questo possa realizzarsi.
Sognatori e lottatori, come don Bosco, che possano guardare i giovani con occhi di misericordia e proporre cammini di crescita educativa e professionale restituendo dignità a questo pezzo importante del territorio barese che sono la gente, e specialmente i giovani, del quartiere Libertà.
don Francesco Preite
Direttore Redentore Salesiani Bari