Nella seduta del consiglio Regionale del 21 Giugno è stata approvato la Legge sul Riconoscimento, valorizzazione e sostegno della funzione socioeducativa delle attività di oratorio.

“E’ il giusto epilogo di una battaglia di civiltà durata circa 10 anni, che vedeva gli Oratori della Puglia discriminati rispetto agli Oratori di altre regioni italiane e ad altri centri educativi della Regione. Un diritto negato a tante famiglie e ragazzi che frequentano gli Oratori in Puglia, specialmente nelle periferie delle nostre città, e che viene finalmente riconosciuto. Ci voleva la sensibilità di un buon sindaco e governatore come Michele Emiliano per comprendere che, nel rispetto del principio di sussidiarietà, gli Oratori possono essere dei veri e propri laboratori di innovazione sociale e di integrazione per ragazzi e famiglie, facendo leva sull’educazione preventiva. Sono contento che il buon senso abbia prevalso e che la buona politica abbia fatto la scelta migliore per il bene comune della società pugliese.” dichiara don Francesco Preite, direttore dell’Oratorio Centro Giovanile Redentore dei Salesiani di Bari.

Il riconoscimento degli Oratori in Puglia non era una questione irrilevante o di poco conto. Nella Regione Puglia c’era un inspiegabile vuoto legislativo nonostante che la Legge Nazionale n. 206/2003 avesse come obiettivo quello di “riconoscere, valorizzare, promuovere” la funzione educativa, formativa, aggregatrice, sociale svolta “dalle parrocchie e dagli altri istituti religiosi e da enti di altre confessioni riconosciute dallo Stato” nelle politiche sociali mediante gli oratori.

In Puglia, l’unica Legge Regionale che recepiva il riconoscimento degli oratori era la L.R. 19/2006. Questa legge quadro trova la sua applicazione nel Regolamento Regionale 4/2007, ove gli Oratori non sono menzionati. Né esisteva fino ad oggi, una legge ad hoc che riconoscesse gli Oratori nella sua identità di ponte tra la Chiesa e la strada, come avviene in quasi tutte le Regioni italiane. Quest’anomalia non poteva essere solamente sanata da contribuiti che vengono limitatamente erogati alle attività sportive e motorie o a bandi regionali che spesso mostrano difficoltà nell’accettare la configurazione giuridica dell’Oratorio.

«Ci voleva una legge che finalmente riconoscesse l’Oratorio nella sua identità educativa di ponte tra strada e Chiesa. Gli Oratori in Puglia contribuiscono al benessere sociale. Molte persone che frequentano gli Oratori pugliesi possono testimoniare la capacità di coinvolgimento, la forza e la passione educativa di tanti volontari, l’accoglienza incondizionata di ogni ragazzo e giovane del territorio. Possono raccontare interessanti percorsi educativi (Estate Ragazzi, Campi-scuola, gruppi di formazione socio-educativa, gruppi sportivi, gruppi musicali, gruppi teatrali, gruppi di danza, progetti educativi e di sviluppo locale…), storie di crescita e di speranza spesso in territori segnati dal degrado, dalla violenza e dalla criminalità. Quotidianamente gli Oratori in Puglia mettono a disposizione di tanti ragazzi e giovani spazi di gioco e di incontro, calcio-balilla, ping-pong, chitarre, tastiere, palloni… offrendo la possibilità di dialogo e di amicizia specialmente ai giovani e ai minori a rischio, educando ad essere “buoni cristiani ed onesti cittadini”» – commenta don Pasquale Cristiani, Ispettore dei Salesiani del Sud Italia.

L’accelerazione a questo percorso di civiltà era avvenuto lo scorso 19 Ottobre, al teatro Petruzzelli di Bari in occasione della conclusione del Bicentenario della nascita di don Bosco. Il Governatore della Regione Puglia,Michele Emiliano, alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani e X successore di don Bosco Don Ángel Fernández Artime, aveva firmato il disegno di Legge sul riconoscimento, valorizzazione e sostegno della funzione socio-educativa delle attività di Oratorio, iniziando così l’iter legislativo.

Gli oratori salesiani nel Sud Italia (Campania, Puglia, Calabria, Basilicata) operano in 25 Comuni accogliendo ed educando quotidianamente circa 9.000 ragazzi e giovani. In Puglia operano in 11 Comuni con percorsi di inclusione sociale, di educazione e di sostegno alle famiglie e ai giovani.

 

Ufficio Stampa IME 

Comunicato Stampa