Cari amici di don Bosco e dell’opera salesiana Redentore di Bari,

inizia un nuovo anno insieme di vita e di impegno per e con i giovani. Ringraziamo Dio ed i tanti volontari educatori, animatori, catechisti, docenti che quotidianamente si spendono per il bene dei giovani di questo amato e vivace quartiere del Libertà di Bari.

A tutti sta a cuore il nostro quartiere, i nostri ragazzi, la nostra città, anche se a tratti si legge, sui vostri volti, la paura che serpeggia quando si cammina per le strade del quartiere. Abbiamo paura che un ragazzo ci faccia qualcosa di male, e purtroppo le cronache cittadine riportano un escalation di prepotenza e violenza giovanile preoccupante. Come non ricordare il fermo di due minorenni a San Girolamo, con in mano una pistola pronta per sparare? Quei ragazzi non sono dei mostri sono dei nostri perché abitano vicino a noi. Il vero mostro è la cultura della violenza alimentata da un crimine sempre più organizzato e mafioso. Incontrando don Ciotti insieme ad altri preti, giovedì scorso presso la Chiesa matrice di Carbonara, mi ha colpito questa sua espressione semplice e determinata: Non serve la legalità se non è legata con la civiltà!

C’è bisogno di generare una cultura, una civiltà capace di educare al rispetto delle regole… il resto non serve! È una lotta, fatta con armi impari: da una parte c’è un cultura della violenza, della paura, della sopraffazione che esercita un fascino specialmente sui più piccoli ed indifesi; dall’altra parte c’è l’esercito dei volontari alimentati dalla generosità, dalla responsabilità, dal bene comune.

Siamo chiamati a fare una scelta, perché in questa lotta, non scegliere significa perdere o meglio scegliere la cultura della sopraffazione che fa del silenzio dei giusti, suo pane quotidiano.   Negli ultimi anni il Redentore ha scelto, cambiando profilo, divenendo sempre più aperto e disponibile alle esigenze del territorio, attivando risorse e iniziative affinché i giovani non siano condannati ma salvati.

In questa lotta ci sentiamo sostenuti da tanti piccoli gesti e passi che indicano una cultura nuova, che identificano la comunità:  come quella fatta da due coniugi  per le loro nozze d’oro, non hanno voluto regali “superflui per sé e suo marito” ma hanno deciso di devolvere le offerte degli invitati alle iniziative dell’Oratorio; o come una professoressa in pensione che ha deciso di donare il suo tempo per il sostegno scolastico; oppure la donazione fatta alla Biblioteca di quartiere, di alcuni libri nuovi da parte di una casa editrice;  per non parlare dei tanti volontari che prestano il loro servizio educativo nella nostra casa salesiana…

Da poco tempo, per contrastare le povertà ed il disagio minorile, abbiamo aperto un Centro Socio Educativo Diurno “I ragazzi di don Bosco”: la prevenzione educativa è più lunga nei processi ma più efficace della sola repressione. Certo con solo 10 minori iscritti al Centro Diurno, su una capacità di accoglienza di 60, è difficile pensare il disagio che molta gente e molti giornali descrivono del quartiere Libertà… C’è stato qualcosa che non ha funzionato…   Bisogna mettere riparo, perché la gente vuole risposte concrete altrimenti le cerca altrove e, quasi mai, sono lecite.   Altre due iniziative prendono forma. Una è il DB pub, pub sociale, per dare ai nostri giovani un luogo sano di aggregazione e sperimentare nuove forme di centro giovanile. L’altra iniziativa è la cura e la rigenerazione del giardino Mimmo Bucci attraverso l’affidamento del chiosco ed una presenza animatrice nel giardino. Stiamo dialogando con l’Amministrazione Comunale nel rispetto del bene comune e del principio di sussidiarietà.

Sono scelte concrete che indicano la voglia di dare delle risposte e la comunità che vogliamo costruire insieme. Crediamo che il dialogo con le Istituzioni e e le Associazioni sia imprescindibile per costruire reti di salvezza e di speranza specialmente per i più giovani.

In questo momento che vi scrivo, apprendo la notizia che don Roberto Guarino, confratello salesiano, dopo mesi di sofferenza è nelle braccia di Dio Padre. Un salesiano di don Bosco operativo e signorile specialmente nel nostro Centro di Formazione Professionale CNOS/FAP, di cui era il Presidente. Il suo impegno educativo e pastorale è tipico del motto di don Bosco che prometteva ai suoi giovani: Pane, lavoro e Paradiso.  Grazie don Roberto, sostienici dal cielo.

Don Francesco Preite

Direttore Redentore Salesiani Bari

 

 E’ Possibile scaricare il foglio delle attività della casa salesiana del Redentore di Ottobre 2016