Apriamo il nostro giornale orientando, ciascuno di noi, al mistero della Parola di Dio che prende forma umana perché noi possiamo contemplare, sul volto di questo Figlio, la gloria divina del Padre.
Egli, dice Paolo, è l’immagine del Dio invisibile, è prima di tutte le cose e tutto è stato fatto in vista di Lui. É il primogenito, in Lui abita tutta la pienezza della divinità (cfr. Fil 2,6-11; Ef 1,3-10; Col 1,3.12-20).
Il Messale Romano annuncia che: “… nei ritmi e nelle vicende del tempo, ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza…” (cfr Messale, 1047), e se poi ogni azione liturgica è un “ricordo”, un “memoriale” … per la “vita”, dunque, il motivo che ha dato origine alla progressiva strutturazione dell’anno liturgico è il seguente: RICORDARE e VIVERE i misteri della nostra salvezza.
Pertanto i cristiani ogni anno ricordano, certo molto in sintesi, la storia della salvezza per viverla in modo semplice più profondo, per “configurarsi” sempre più all’Eletto, al “disegno” (divino) di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quello del clero come quelle della terra (Ef 1,9).
La liturgia “ricorda” il mistero del Cristo nella sua prima venuta nella carne con la lunga attesa che l’ha preceduto. Ma l’attenzione dei fedeli è immediatamente proiettata verso la seconda venuta “nello splendore della gloria” alla fine dei tempi. È tra questi due poli che il Signore continua a venire e intervenire nella vita dell’uomo… La celebrazione è una di queste vie, certo la privilegiata in forza della sua sacramentalità.
Il tempo di Avvento, che viviamo in questi giorni di attesa, esprime il mistero sempre in atto del Dio che continuamente viene nella nostra storia. È la prima venuta del Cristo che, specialmente con la celebrazione, si fa avvento quotidiano nell’uomo e nella Chiesa, sempre nella prospettiva di un compimento, del quando “verrà di nuovo” alla fine dei tempi.
Nel tempo di Natale, che ci apprestiamo a celebrare, pieni di stupore come i pastori di Betlemme, nell’umile segno del presepio nelle nostre case e nelle nostre chiese contempliamo il mistero grande della condiscendenza di Dio: “Ha tanto amato il mondo da dare il Figlio”. Quel che più conta, il Figlio di Dio, Cristo Gesù, si fa uomo perché l’uomo possa essere “divinizzato”. Questa ha inventato Dio come risposta e come vittoria sul peccato dell’uomo.
Nella Notte Santa di Natale ripensiamo dunque alla più santa delle Notti, quella di Pasqua dove si canta la meraviglia dell’opera nuova compiuta da Dio in Cristo Redentore. Poiché ciò che celebriamo nella Liturgia è “memoriale”, cioè fatto che accade per noi, festeggiamo dunque Gesù Salvatore che “nasce per noi”.
L’augurio è che non succeda che la LUCE venga e le nostre tenebre non l’accolgano!
Buon Avvento e Buon Natale a tutti! Natale di pace e di fiducia.
Nel nostro “correre” quotidiano, forse, a tutti, non farebbe male “osservare” questo decalogo
IL DECALOGO DELLA GENTILEZZA
- SORRIDI nella monotonia del dovere quotidiano, per non rattristare chi ti vive accanto.
- TACI, quando ti accorgi che qualcuno ha sbagliato, per non ferirlo con l’umiliazione.
- ELOGIA il fratello che ha fatto bene.
- RENDI un servizio a chi ti è sottoposto.
- STRINGI cordialmente la mano a chi è nella preoccupazione o nelle tristezza.
- GUARDA con affetto chi nasconde un dolore e forse è più nervoso del solito.
- RICONOSCI umilmente il tuo torto e chiedi perdono se hai offeso qualcuno.
- SALUTA affabilmente gi umili, quelli che si sentono abbandonati o messi da parte.
- PARLA con dolcezza agli impazienti e agli importuni.
- FÀ in modo che Dio, nel tuo fratello, sia sempre contento di te.
(dal cavaliere dell’Immacolata)
don Pino Ruppi
Vicario Redentore Salesiani Bari
È possibile scaricare il foglio delle attività della casa salesiana del Redentore di Dicembre 2016