Lettera del Direttore del Redentore Salesiani Bari
Quaresima di carità 2017: cammino di speranza “progetto giovani e lavoro”
“Abbiamo un debito con i giovani,
li obblighiamo a emigrare
o mendicare lavoro”. Papa Francesco.
Carissimi amici dell’opera salesiana Redentore di Bari,
dopo l’impegno riuscito nella scorsa quaresima, di sostenere e realizzare una comunità educativa per minori stranieri non accompagnati e minori in difficoltà, conclusasi positivamente, grazie al contributo di molti, con l’attivazione della comunità “16 Agosto”; come Comunità Educativa Pastorale del Redentore abbiamo scelto, per questa Quaresima 2017, di sostenere il progetto “Giovani e lavoro” che prevede il sostegno d’impresa giovanile per il social pub “Lupi e Agnelli”, la Biblioteca di quartiere “don Bosco”, l’Ospitalità. Spazi che l’Opera salesiana Redentore di Bari ha riqualificato o intende riqualificare per permettere il reale coinvolgimento dei giovani nell’azione pastorale ed educativa promuovendo l’attivazione di progetti e percorsi innovativi di educazione al lavoro e di inclusione lavorativa per i giovani.
Come Comunità Educativa Pastorale del Redentore impastati del carisma educativo di don Bosco, ascoltando la voce di Papa Francesco e dei Vescovi del Sud (cf. Convegno di Napoli), non possiamo rimanere insensibili al debito che abbiamo nei confronti dei giovani costretti a mendicare un lavoro o a emigrare. Non possiamo eludere ipocritamente questa domanda di senso e di futuro delle giovani generazioni. “Una società che non offra alle nuove generazioni opportunità di lavoro dignitoso non può dirsi giusta” (Papa Francesco).
Vogliamo dare un piccolo segno di speranza operosa ai giovani attanagliati dalla grave crisi occupazionale che mette a repentaglio la loro crescita ed il loro futuro. I numeri su “giovani e lavoro”, sono impietosi: negli ultimi cinque anni – riporta l’Istat – 1.130.000 meridionali hanno lasciato la loro terra; nel solo 2014 sono partite 104 mila persone, il 30% delle quali con una laurea in tasca. E drammatiche sono le cifre della disoccupazione, specialmente quella giovanile, tornata a toccare il picco del 40,1% a livello nazionale, con livelli ancora più alti nel Meridione. Troppe spesso apprendiamo dalle cronache cittadine, di giovani che non avendo lavoro e prospettive, diventano facile preda delle organizzazioni malavitose. Contrastare le mafie e la criminalità organizzata è possibile non solo con la repressione ma con reali e concrete proposte di prevenzione, alternative che educhino ad una coscienza di legalità, sviluppando una mentalità che non ammetta forme di patteggiamento con le mafie. Rimanere al Sud o tornarvi, quindi, resta una sfida ardua, ma non è utopia. E il riscatto può partire proprio dalla base, dalla Comunità.
Per questo mi rivolgo alla sensibilità e generosità di ciascun membro della Comunità, dei gruppi della Famiglia Salesiana di Bari, di chi tiene a cuore la questione giovanile, affinché questa Quaresima sia un cammino di speranza che doni fiducia ai giovani. Questo è il tempo favorevole affinché attraverso la preghiera, la carità ed il digiuno possiamo offrire tutto per donare una speranza concreta ai nostri giovani. “Non priviamoci della forza delle loro mani, delle loro menti, delle loro capacità di profetizzare i sogni dei loro anziani” (Papa Francesco).
Buona quaresima a tutti. A nome di don Bosco, grazie!
d. Francesco Preite
Direttore Redentore Salesiani Bari
FONDO “Progetto giovani e lavoro”:
– Offerte a mano al Direttore del Redentore Salesiani Bari
– Offerte tramite bonifico bancario intestato a Istituto Salesiano Redentore
causale: “giovani e lavoro”
IBAN IT79 Z033 5901 6001 0000 0066 698
(per transazioni internazionali codice BIC: BCITITMX)
“Miei cari giovani, uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell‘eternità”.
don Bosco.
“E guardando il presepe incontriamo i volti di Giuseppe e di Maria. Volti giovani carichi di speranze e di aspirazioni, carichi di domande. Volti giovani che guardano avanti con il compito non facile di aiutare il Dio-Bambino a crescere. Non si può parlare di futuro senza contemplare questi volti giovani e assumere la responsabilità che abbiamo verso i nostri giovani; più che responsabilità, la parola giusta è debito, sì, il debito che abbiamo con loro. Parlare di un anno che finisce è sentirci invitati a pensare a come ci stiamo interessando al posto che i giovani hanno nella nostra società. Abbiamo creato una cultura che, da una parte, idolatra la giovinezza cercando di renderla eterna, ma, paradossalmente, abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati dalla vita pubblica obbligandoli a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono o che non permettono loro di proiettarsi in un domani. Abbiamo privilegiato la speculazione invece di lavori dignitosi e genuini che permettano loro di essere protagonisti attivi nella vita della nostra società. Ci aspettiamo da loro ed esigiamo che siano fermento di futuro, ma li discriminiamo e li “condanniamo” a bussare a porte che per lo più rimangono chiuse.Siamo invitati a non essere come il locandiere di Betlemme che davanti alla giovane coppia diceva: qui non c’è posto. Non c’era posto per la vita, non c’era posto per il futuro. Ci è chiesto di prendere ciascuno il proprio impegno, per poco che possa sembrare, di aiutare i nostri giovani a ritrovare, qui nella loro terra, nella loro patria, orizzonti concreti di un futuro da costruire. Non priviamoci della forza delle loro mani, delle loro menti, delle loro capacità di profetizzare i sogni dei loro anziani (cfr Gl 3,1). Se vogliamo puntare a un futuro che sia degno di loro, potremo raggiungerlo solo scommettendo su una vera inclusione: quella che dà il lavoro dignitoso, libero, creativo, partecipativo e solidale”. Papa Francesco, Omelia Te Deum 2016.
Link di approfondimento:
– Papa Francesco, Udienza generale, Mercoledì 1 marzo 2017:
– Papa Francesco, Omelia nella celebrazione del Te Deum, 31 dicembre 2016:
– Convegno CEI, Giovani e Lavoro, Napoli 8-9 febbraio 2017: