Don Giuseppe Ruppi a Cerignola sulle orme di Don Bosco e Don Palladino 

La cittadina dauna inaugura il ciclo di presentazioni del libro Buoni Cristiani Onesti Cittadini

 Il 29/09/2017 presso la parrocchia San Domenico di Cerignola, nell’ambito delle manifestazioni in onore di Nostra Signora del Rosario, don Giuseppe Ruppi, presidente dell’A.P.S. “ Laboratorio Don Bosco oggi: educazione – cultura – pastorale”, ha inaugurato il ciclo di conferenze di presentazione del libro “ Buoni Cristiani Onesti Cittadini “.

Dopo il saluto di benvenuto del parroco don Pasquale Cotugno, il Prof. Giuseppe Dibisceglia, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano San Michele Arcangelo di Foggia, ha messo in rilievo gli obiettivi che si prefigge la pubblicazione a cura di Don Giuseppe Ruppi.

Il curatore, che non è l’autore di tutti i saggi, prende per mano il lettore e lo guida attraverso un testo che è da consultare come manuale per le scuole di formazione sociale e per tutti gli interessati ad approfondire la Dottrina Sociale della Chiesa.

E’ un libro che dialoga con il territorio lasciandosi, nello stesso tempo, coinvolgere dallo stesso ed è diviso in tre parti: lo sguardo al passato ed agli insegnamenti di Don Bosco, l’approfondimento Nel presente dell’idea di buoni cristiani e onesti cittadini ed,  infine, la proiezione del messaggio di Don Bosco nel futuro.

Uno degli autori maggiormente citati è stato Don Francesco Preite per la sua opera svolta a favore di un quartiere vivace come quello del Libertà di Bari, contestualizzando il Laboratorio Don Bosco oggi: educazione – cultura -pastorale all’interno di esso e creando con esso un centro di cultura multifunzionale.

Ha quindi preso la parola l’autore Don Giuseppe Ruppi che ha esaltato la funzione dell’amore nell’uomo, il quale non può fare a meno dello stesso.

E’ il motivo guida che ci deve pervadere quotidianamente.

Il cristiano deve amare e umilmente servire,  come fece Gesù Cristo , approfondendo e diffondendo la cultura del dono che deve essere fine a se stessa, senza mai pensare o sperare di ricevere  qualcosa in cambio.

Dobbiamo, quindi, cancellare dal nostro cuore la dottrina del “do ut des” e donarci agli altri disinteressatamente e gratuitamente.

Bisogna educare ed educarsi ,educando alla cultura ed alla pastorale. Cultura  che non è il mero sfoggio di nozioni acquisite, ma che significa accompagnare dal quotidiano al futuro, assistendo salesianamente, cioè stando accanto alla gente ed ai giovani senza mai salire in cattedra.

Senza amore le istituzioni sono destinate a crollare e solo con esso ed attraverso esso le istituzioni vivranno un futuro pieno di vita. 

 

                                                                                   Domenico Tribuzio

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