LE CASE DI DON BOSCO 

NICOLA LAVACCA

Il mitico «Redentore» di Bari

Nel solco tracciato da san Giovanni Bosco, la casa salesiana Redentore a Bari è da sempre un punto di riferimento, nonché un centro di speranza educativa e riscatto sociale per i ragazzi nel quartiere più giovanile e vivace della città di Bari: il Libertà.

Cominciò come orfanotrofio, nel 1905, sotto l’egida di don Michele Rua e grazie alla donazione del terreno da parte del Canonico Beniamino Bux. Nel 1910 a causa dell’epidemia del colera, fu requisito dal Comune e adibito a lazzaretto; successivamente nel 1915, le autorità militari vi stabilirono l’ospedale per i feriti della guerra. Terminato il conflitto mondiale, la Provincia se ne impadronì trasformandolo in ospedale. Dopo l’intervento della Regina Margherita, nel 1920 i Salesiani poterono riprendere l’Istituto ed avviare, con il direttore don Federico Emanuel, i lavori di restauro dell’orfanotrofio e così accogliere i ragazzi abbandonati e derelitti.
Nel 1934 partirono i lavori della chiesa che venne poi consacrata nel 1941. Contemporaneamente i laboratori di meccanica, falegnameria, tipografia, legatoria, sartoria e calzoleria assumono con don Federico Emanuel una fisionomia tipicamente professionale, diventando nel 1946 delle vere e proprie scuole. Nasce così la prima scuola di formazione professionale in Puglia. Negli anni ’50 si istituisce la Schola Cantorum famosa per le esecuzioni polifoniche e la banda musicale composta da 60 strumenti suonati tutti dai ragazzi della scuola.
In questi anni inizia l’attività dell’Oratorio, che costituisce fin da subito un punto di riferimento per il CSI e per il CONI. Negli anni Sessanta, sotto la guida di Pietro Floriano Florio, la pallavolo conosce un periodo di splendore che porta la squadra del Redentore in serie B. Anche la pallacanestro conosce, negli anni Settanta, uguale fortuna. Numerosi sono anche i calciatori che si sono formati all’Oratorio del Redentore, come Biagio Catalano e Claudio De Tommasi.

 

“Tradurre oggi il sogno di don Bosco richiede molta concretezza e sinergia, preferendo i fatti alle parole” afferma don Francesco Preite, direttore della casa

Oggi la casa salesiana del Redentore rappresenta un presidio educativo fondamentale per tantissimi ragazzi, giovani e famiglie del quartiere Libertà di Bari, che è il quartiere con il maggior numero di ragazzi e giovani della Città, ma è anche il quartiere con il maggior numero di minori sottoposti a procedimenti penali.
La forte disoccupazione giovanile, unita ad una crescente criminalità organizzata che approfitta del disagio per promettere facili guadagni e al mancato processo di integrazione in un quartiere popolare sempre più multietnico rendono questo territorio fecondo per la missione educativa salesiana. In questo contesto, oltre 100 laici accompagnati dai Salesiani offrono nel Redentore il proprio servizio educativo nel campo del volontariato, dei servizi socio-educativi e culturali, della scuola di formazione professionale.
Il motore della casa è l’Oratorio, che rappresenta il fulcro di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per educare tanti ragazzi vivaci, colorati, gioiosi, bisognosi di essere ascoltati ed amati.
«Tradurre oggi il sogno di don Bosco richiede molta concretezza e sinergia, preferendo i fatti alle parole – afferma don Francesco Preite, direttore della casa salesiana Redentore -. Cerchiamo di essere concreti ed attenti specialmente alle povertà giovanili e familiari anche attraverso l’impegno di contrasto ad ogni tipo di mafia. Troppi ragazzi sono lasciati soli, esposti ai pericoli della strada e troppo spesso delinquono. Bisogna ripartire dalla famiglia e sostenerla perché in ogni ragazzo c’è un punto accessibile al bene, e l’educatore deve trovarlo e potenziarlo per il bene del ragazzo e della comunità». All’interno dell’Oratorio, è nato nel dicembre del 2016, il pub “Lupi&Agnelli”, un progetto triennale realizzato con l’assessorato comunale allo Sviluppo Economico, per contrastare la disoccupazione giovanile ed offrire un luogo informale di aggregazione alternativo alla strada. Il pub è ispirato al sogno dei nove anni di don Bosco, nel quale i giovani, diventati brutti e cattivi per ciò che commettevano, si trasformano in agnelli mansueti, grazie agli interventi educativi.

Meccanici, universitari e una biblioteca
Oltre alla fiorente Parrocchia-Oratorio, la casa salesiana del Redentore è attiva nel campo della formazione professionale con i corsi di meccanici, elettricisti e operatori socio-sanitari rivolti principalmente ai minori in possesso della licenza media.
Nell’ambito dei servizi socio-educativi del Redentore è presente una comunità educativa per minori, “16 Agosto”, nata grazie ad un progetto della Caritas di Bari-Bitonto ed inaugurata dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime, nell’anno del bicentenario della nascita di don Bosco (da qui il nome 16 Agosto, giorno della nascita del santo educatore), che accoglie minori stranieri non accompagnati e minori italiani del Centro di Giustizia Minorile, in un processo di integrazione e di educazione che coinvolge proprio i più piccoli. È presente anche un Centro Educativo Socio-diurno che accoglie 20 ragazzi e ragazze con bisogni educativi speciali.
Nell’ambito culturale, la casa di Bari ha promosso il laboratorio culturale “Don Bosco oggi” che organizza corsi di comunicazione sociale, formazione socio-politica e dottrina sociale della Chiesa e gestisce la Biblioteca di quartiere “Don Bosco”. Inoltre all’interno del Redentore c’è la casa per gli studenti universitari Michele Rua (CUSMIR) che accoglie ed accompagna circa 30 giovani universitari fuori-sede.
Per tutte queste attività, l’opera chiede garbatamente l’aiuto del 5 per mille: «Da quest’anno anche il Redentore può contare sul tuo semplice aiuto nel sostenere azioni educative a favore di minori e giovani nel nostro vivace quartiere Libertà di Bari. Ogni giorno incontro molte persone, raccogliendo sempre tanto affetto e ricordi positivi per quanto il Redentore opera ed ha operato, specialmente a Bari ed in Puglia. Molti giovani sono stati salvati dai pericoli della strada attraverso il gioco in cortile, l’avviamento al lavoro, l’assistenza socio-educativa; molte persone oggi sono lavoratori onesti, professionisti affermati o persone perbene grazie a quanto hanno ricevuto nel Redentore. Se vuoi continuare il sogno educativo di don Bosco a Bari, se vuoi contribuire a scrivere pagine di speranza educativa nella storia di ogni ragazzo, ti chiedo una firma per il 5 x 1000 al Redentore dei Salesiani di Bari. Continuiamo insieme a donare speranza concreta e fiducia ai nostri giovani».
La casa salesiana del Redentore di Bari assume così un significato religioso di redenzione e di resurrezione, di riscatto sociale e di speranza educativa specialmente per i più giovani.

Fonte: biesseonline.sdb.org

 

Il Bollettino Salesiano di Marzo 2018 pagg 12-14