Il 28 novembre prossimo, ci recheremo in pellegrinaggio alla basilica di san Nicola. È un’occasione per riflettere e domandarci se veramente vogliamo diventare santi oppure no! Purtroppo, progettiamo di essere ingegneri o medici; pensiamo di studiare, di sposarci e di andare in vacanza, ma non sempre desideriamo raggiungere la meta del Paradiso. Per Papini, il non voler diventare santi, è la più grande tristezza! Non si riesce neppure a capire il perché di questa negligenza, visto che, chi cammina verso Dio, sta bene sulla terra e per l’eternità!

Si pensa che, per tendere alla santità, bisogna compiere gesti eccezionali, ma non è vero! Si va in Paradiso senza stupire con “effetti speciali”, ma facendo con amore le cose ordinarie di tutti i giorni, tra i banchi di scuola o sul campetto di calcio, a tavola o in giardino, dietro una scrivania o al negozio. Chi vuole diventare santo, non aggiunge un altro impegno alle tante cose che già lo assillano, ma le fa tutte con amore.

Un altro pregiudizio è quello di immaginare i santi come persone serie e noiose. Nulla di più falso! I santi sono stati tutti molto allegri. Evidentemente, non parliamo dell’allegria superficiale che scaturisce da una battuta scherzosa, ma di quella che nasce nel cuore di chi fa il bene senza secondi fini; di chi è leale, onesto e sincero con gli altri; è la gioia che fiorisce nell’animo di chi cerca la riconciliazione e la pace dopo un conflitto; un’armonia interiore che si manifesta con il sorriso che non manca mai sul volto, nonostante le contrarietà e le incomprensioni.

Chi vuole diventare santo è convinto di essere prezioso agli occhi di Dio e per questo non si turba mai. Gesù stesso ci invita a rallegrarci, perché i “nostri nomi sono scritti nei cieli”. Molti santi che ci hanno preceduti si chiedevano: perché temere i pericoli della vita, se il nostro nome è scritto sul palmo della mano di Dio? Siamo amati dal Papà Celeste, e questo ci porta a non disperare mai, ma a lottare e sperare sempre.

La santità è democratica. Sono diventati santi uomini e donne, adulti e ragazzi, sposati e non, sacerdoti e suore, religiosi e nobili, ricchi e poveri, colti e semplici. C’è chi lo diventa da ragazzo e chi da vecchio. Non importa se fino ad oggi non ci siamo impegnati, perché siamo sempre in tempo per partire lungo i sentieri della santità. È successo pure a diversi santi, che non hanno cominciato proprio bene, però tutti hanno finito bene!

Tra coloro che hanno desiderato fortemente diventare santi, c’è il nostro caro San Nicola, che si è prodigato in particolare per i poveri e i defraudati; benefattore e protettore, specialmente dei bambini. Il 28 novembre ci dirigiamo verso la bella basilica, che porta il suo nome, immagine del nostro cammino verso il Paradiso.

Se si guardasse sempre il cielo – scrive Flaubert – finiremmo per avere le ali”. Imitiamo i santi che hanno avuto gli occhi rivolti al Cielo e le mani aperte verso il prossimo. Ora vivono in uno stato di assoluto benessere dello spirito, nella contentezza, nel gaudio e nella letizia che si trovano solo in Dio. 

d. Antonio D’Angelo

parroco