Carissimi, mi rivolgo in modo particolare a chi è sotto la croce del dolore e si chiede che senso ha l’annuncio di gioia che risuona in tutte le chiese per la Santa Pasqua! Penso a loro perché il raggio di luce che filtra tra le fenditure della tomba di Cristo raggiunge in modo particolare il cuore straziato di chi è soffocato dalle tenebre del venerdì e non riesce a vedere la luce aurorale della Domenica.

Chiarisco subito che il mio non è uno spot pubblicitario per ammaliare chi è in crisi. Questi miraggi illusori lasciamoli alla pubblicità ingannevole e agli imbroglioni che speculano sui mali altrui. Cristo non offre false promesse! Quando, dopo la sua risurrezione, incontrò i discepoli sulla strada di Emmaus, scoraggiati e delusi perché secondo loro Gesù era solo un uomo morto, non alimentò le attese con speranze inconsistenti e miracolistiche. Non disse che non aveva sofferto! Li aiutò, però, a leggere gli eventi accaduti collocandoli in un orizzonte più ampio di quello terreno. Sì! E’ vero che ammise lo strazio indescrivibile subìto sulla croce, ma li aiutò pure a comprendere che la tomba non è il “nulla eterno”, perché è solo la porta che si spalanca sull’alba del giorno senza tramonto. Tutto ciò non è una favola! Gesù è risorto realmente ed è apparso ai discepoli! Se questo non fosse vero, non riusciremmo a capire come mai degli uomini paurosi e disperati per la morte del Maestro, diventano coraggiosi testimoni della sua risurrezione fino al martirio.

Carissimi amici, ciascuno di noi, nonostante il dolore, è dentro un meraviglioso disegno di vita; un progetto che nessuna croce riesce a seppellire perché nasce dal cuore stesso di Dio. Questo è il messaggio di gioia che si irradia dalle stimmate di Cristo. Non solo! La prospettiva del Paradiso è un orizzonte che riscalda il cuore e ci spinge a lottare contro ogni forma di morte. Chi crede nella risurrezione, infatti, non si rassegna di fronte al male, ma lotta con speranza per abbattere ogni barriera che mortifica la propria dignità e quella altrui. Chi crede nella Pasqua di Cristo, vive da risorto già qui sulla terra, dando il suo contributo per far risplendere in ogni uomo l’immagine che Dio ha impresso nella creazione.

            Fratello e amico non restare chiuso nel tuo dolore, perché non sei solo! La tua sofferenza è anche la mia! Inoltre, cosa ancora più importante, Cristo cammina con te, così come si è affiancato ai discepoli di Emmaus. Però fa’ attenzione, perché Gesù rispetta la tua libertà ed entra solo nella casa di chi gli spalanca la porta. Aprigli il tuo cuore! Ci sono tanti modi per farlo: dalla preghiera all’adorazione silenziosa, dall’ascolto della Parola all’Eucarestia, dalla confessione alle opere di carità.  Nel periodo di Pasqua, inoltre, c’è la salutare tradizione di “bene-dire” le case. E’ un’altra occasione che ti è offerta per aprire la porta a Cristo. Come Zaccheo facciamo entrare Dio in casa. Tra le mura della nostra intimità e dei nostri affetti, a volte ricambiati e a volte traditi, Gesù continua a guarire e a benedire. Spalanchiamogli le porte e così Lui “dice-bene”, cioè effonde i suoi doni sulle nostre famiglie, rincuorando gli afflitti e dando pace e gioia a tutti. Attenzione! Tutto ciò non è un atto magico o superstizioso, ma di fede! Non è l’acqua benedetta che salva la famiglia, ma la fede in Dio. Gesù entrò molte volte nelle case dei suoi compaesani di Nazareth ma non operò nessun miracolo perché essi non si fidavano di Lui. Facciamo in modo che ciò non accada a noi quando ci farà visita con la sua benedizione. Se ci fidiamo di Dio, carissimi, nei solchi delle nostre ferite sbocceranno le rose profumate piantate da Cristo Risorto.

Auguri di una Santa Pasqua.

 

Don Antonio D’Angelo,

parroco