Il sogno del pergolato di rose: ascoltare e camminare

 

E’ iniziato il mese di Maggio che culminerà nella festa di Maria Ausiliatrice del 24 maggio.

Anno dopo anno, emerge la necessità di continuare nella formazione di laici animatori che siano corresponsabili della missione salesiana a Bari. 

Don Bosco quando pensava all’animatore, pensava al perno del suo sistema educativo e guardava come modello Maria Ausiliatrice. La mamma celeste ci indica che nel cammino educativo bisogna ascoltare i ragazzi ponendosi accanto, sorreggendolo pazientemente ma anche camminare esigendo con familiarità valori ed atteggiamenti positivi. C’è una fase di ascolto ma anche una fase di cammino da compiere insieme. Ascoltare e camminare sono i due verbi dell’animatore, del collaboratore laico, di chi condivide le responsabilità della missione educativa salesiana. 

C’è un sogno di don Bosco che descrive bene la figura dell’animatore salesiano tratteggiando i due verbi, ascoltare e camminare: il sogno del pergolato di rose. Don Bosco sogna di camminare lungo un pergolato di rose, suscitando l’ammirazione di tutti coloro che lo vedevano

camminare sulle rose convinti che tutto andasse bene. Ma essi non vedevano le spine nascoste sotto i petali. Don Bosco racconta nel sogno che molti preti, chierici, laici, allettati dalla bellezza di quei fiori, si erano messi a seguirlo con gioia, e camminavano con lui, ma quando sentivano la puntura delle spine se ne andavano ritenendosi ingannati da don Bosco. Egli nel sogno sconsolato, constatava che percorso un bel tratto di via e volgendosi indietro con dolore si accorse di essere solo ed abbandonato da tutti. L’animazione richiede ascolto ma anche costanza e sacrificio per camminare nella missione educativa.

Ma dopo poco, don Bosco fu consolato perché vide un altro stuolo di preti, chierici e laici pronti a seguirlo. E conclude il sogno così: “Allora si levò una brezza leggera, e a quel soffio tutti guarirono come per incanto. Soffió un altro vento e mi trovai attorniato da un numero immenso di giovani, assistiti da molti preti e coadiutori che si misero a lavorare con me.”

Don Bosco era convinto che nella sua casa ci fosse posto per tutti e per garantire questo aveva bisogno di collaboratori ed animatori che credessero nell’amore per la missione. Una missione non solitaria ma comunitaria protesa verso l’amore per i giovani. Una missione che potesse contemplare momenti di tensione e difficoltà sempre orientati verso la luce e senza perdere coraggio e fiducia. L’amore di Dio, simboleggiata in quella brezza narrata nel sogno, è il segno di un Dio che non abbandona ma cammina nella storia conducendo il suo popolo verso la terra promessa. 

Buona festa della comunità. Buona festa di Maria Ausiliatrice!

 

don Francesco Preite direttore