Pubblicato da EpolisBari 12 settembre
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Pubblciato da CorrierePL.it 11 settembre
Lettera aperta alla Città di Bari
In merito all’omicidio che ha coinvolto Florian Mesuti, il Consiglio della Comunità Educativa Pastorale del Redentore vuole esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia Mesuti.
BARI – La vicenda delittuosa che condanniamo, pone degli elementi culturali ed educativi che vogliamo ribadire e che poniamo all’attenzione degli organi di stampa e dell’opinione pubblica.
L’opera dei salesiani del Redentore di Bari è stata storicamente ed è fortemente impegnata nell’educazione e formazione dei minori e dei giovani con l’Oratorio, con associazioni e cooperative che garantiscono diversi servizi formativi e socio-educativi: il Centro di Formazione Professionale, il Centro Aperto Polivalente per minori, il Centro d’Ascolto per Famiglie, il Punto Luce.
Il “Redentore” opera nel campo educativo in un contesto di forte disagio sociale, conta 500 iscritti e 200 minori e giovani che giornalmente frequentano l’Oratorio, il Centro di Formazione Professionale, il Centro Aperto Polivalente ed il Punto Luce. Sono impiegati: 3 salesiani a tempo pieno e 30 volontari a disposizione in Oratorio, 2 salesiani a tempo pieno e 15 laici professionisti al CFP, almeno 20 figure professionali nel campo educativo che operano presso il CAP/CAF ed il Punto Luce.
Il “Redentore” ha potenziato l’offerta educativa nonostante tagli e crisi. Ha messo in campo tantissime iniziative per minori, giovani e famiglie. Ha convocato diversi tavoli per concertare politiche di inclusione sociale e di sostegno. Ha invocato diverse volte percorsi educativi e riabilitativi per la prevenzione ed il recupero dei ragazzi.
Abbiamo chiesto con insistenza il riconoscimento giuridico della funzione sociale dell’Oratorio alla Regione Puglia (http://redentorebari.donboscoalsud.it/news/677/Lettera-aperta-all-Assessore-del-Welfare-della-Regione-Puglia-.aspx),
ma a tutt’oggi non c’è stato alcun contatto. Con il Comune di Bari è in corso un’interlocuzione che ha portato al sostegno di alcune progettualità, ma chiediamo un protocollo d’intesa che riconosca la funzione sociale dell’Oratorio.
La vicenda di Mesuti ci invita a continuare l’opera di prevenzione educativa, chiedendo un presidio di pubblica sicurezza nel quartiere ed il sostegno e il potenziamento dei luoghi di prevenzione.
Il lavoro educativo svolto da Parrocchie, Scuole, Cooperative, Associazioni sul territorio è notevole, bisogna cercare di unificare e di coordinare. In questo senso, il “Redentore”, naturale luogo di aggregazione familiare e giovanile si propone ad essere cabina di regia per le politiche educative del territorio affiancando le Istituzioni.
Tra i minori che vengono al “Redentore”: molti vivono in condizione di disagio e trovano una risposta effettiva e valida al loro desiderio di crescita e di educazione. Pochi, tra loro, hanno necessità di un intervento educativo adeguato e specializzato che li aiuti a recuperare la cultura della legalità.
I Salesiani del Sud Italia, nell’ambito dell’esperienza pedagogica ed educativa, hanno negli anni sviluppato e promosso l’Associazione “Piccoli Passi Grandi Sogni” che accoglie questi ragazzi proponendo percorsi educativi e sono pronti, insieme alle Istituzioni, a rispondere all’emergenza educativa.
Ribadiamo la ferma volontà di:
– continuare ad operare nel campo educativo perché giustizia e pace possa essere sempre più visibili e perché la speranza possa essere concreta; -volere il bene del singolo ragazzo e della comunità;
– incentivare e promuovere la cultura della legalità, contro ogni forma di violenza, prevaricazione, omertà;
– favorire il rispetto delle regole della convivenza civile, l’accoglienza dell’immigrato;
– convocare associazioni, cooperative, enti che credono nell’educativo e promuovono il bene dei minori e dei giovani;
– porsi al servizio della comunità in sinergia con le Istituzioni.
Si è inoltre convinti che soltanto la chiarezza delle informazioni, evitando genericismi e forzature, presentando il positivo, porterà ad una sana educazione del nostro quartiere e della Città di Bari.
Bari, 11 settembre 2014
Il Consiglio della Comunità Educativa Pastorale Redentore Salesiani Bari
–
REDENTORE SALESIANI BARI
Via Martiri d’Otranto, 65
70123 BARI
Pubblicato da il messaggero italiano l’11 settembre
Salesiani della parrocchia Redentore di Bari: Lettera aperta alla Città
ANTONIO CALISI 11 SETTEMBRE 2014 0
In merito all’omicidio che ha coinvolto Florian Mesuti, il Consiglio della Comunità Educativa Pastorale del Redentore vuole esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia Mesuti.
La vicenda delittuosa che condanniamo, pone degli elementi culturali ed educativi che vogliamo ribadire e che poniamo all’attenzione degli organi di stampa e dell’opinione pubblica.
L’opera dei salesiani del Redentore di Bari è stata storicamente ed è fortemente impegnata nell’educazione e formazione dei minori e dei giovani con l’Oratorio, con associazioni e cooperative che garantiscono diversi servizi formativi e socio-educativi: il Centro di Formazione Professionale, il Centro Aperto Polivalente per minori, il Centro d’Ascolto per Famiglie, il Punto Luce.
Il “Redentore” opera nel campo educativo in un contesto di forte disagio sociale, conta 500 iscritti e 200 minori e giovani che giornalmente frequentano l’Oratorio, il Centro di Formazione Professionale, il Centro Aperto Polivalente ed il Punto Luce. Sono impiegati: 3 salesiani a tempo pieno e 30 volontari a disposizione in Oratorio, 2 salesiani a tempo pieno e 15 laici professionisti al
CFP, almeno 20 figure professionali nel campo educativo che operano presso il CAP/CAF ed il Punto Luce.
Il “Redentore” ha potenziato l’offerta educativa nonostante tagli e crisi. Ha messo in campo tantissime iniziative per minori, giovani e famiglie. Ha convocato diversi tavoli per concertare politiche di inclusione sociale e di sostegno. Ha invocato diverse volte percorsi educativi e riabilitativi per la prevenzione ed il recupero dei ragazzi.
Abbiamo chiesto con insistenza il riconoscimento giuridico della funzione sociale dell’Oratorio alla Regione Puglia (http://redentorebari.donboscoalsud.it/news/677/Lettera-aperta-all-Assessore-del-Welfare-della-Regione-Puglia-.aspx), ma a tutt’oggi non c’è stato alcun contatto. Con il Comune di Bari è in corso un’interlocuzione che ha portato al sostegno di alcune progettualità, ma chiediamo un protocollo d’intesa che riconosca la funzione sociale dell’Oratorio.
La vicenda di Mesuti ci invita a continuare l’opera di prevenzione educativa, chiedendo un presidio di pubblica sicurezza nel quartiere ed il sostegno e il potenziamento dei luoghi di prevenzione.
Il lavoro educativo svolto da Parrocchie, Scuole, Cooperative, Associazioni sul territorio è notevole, bisogna cercare di unificare e di coordinare. In questo senso, il “Redentore”, naturale luogo di aggregazione familiare e giovanile si propone ad essere cabina di regia per le politiche educative del territorio affiancando le Istituzioni.
Tra i minori che vengono al “Redentore”: molti vivono in condizione di disagio e trovano una risposta effettiva e valida al loro desiderio di crescita e di educazione. Pochi, tra loro, hanno necessità di un intervento educativo adeguato e specializzato che li aiuti a recuperare la cultura della legalità.
REDENTORE SALESIANI BARI
Via Martiri d’Otranto, 65
70123 BARI
Tel. Oratorio: 080.9025793 – Centralino Tel.: 080.57.50.111 – Cell.
327.6769759
Fax: 080.2046347 – 080. 57.50.179
Website: redentorebari.donboscoalsud.it
– RedentoreChannel:
– www.youtube.com/user/redentorebari
FB: www.facebook.com/salesiani.bari
– Twitter: RedSalBa
Email: bari@donboscoalsud.it
Publicato da Bari.repubblica.it 31 agosto 2014
Ucciso per uno schiaffo, il sindaco:”La città si ribelli e denunci”
Decaro: è il momento di dire basta, queste persone si devono vergognare per quello che hanno fatto
di MARA CHIARELLI
31 agosto 2014
Il sindaco Decaro “È anche la città che deve reagire”. Sulle orme del suo predecessore Michele Emiliano, il sindaco di Bari Antonio Decaro affida a un social network le sue considerazioni sull’ultimo omicidio, invitando i baresi ad abbattere il muro di omertà. E sulla sua pagina Facebook, 36 ore dopo l’omicidio del giovane albanese Flori Besuti, ucciso venerdì sera al quartiere Libertà per vendicare uno schiaffo, esordisce: “Sono stato ragazzino anche io. E come tutti i ragazzini ho giocato per strada e spesso litigato con i miei coetanei. A volte ci si arrabbia e si cerca di far valere le proprie ragioni, spesso si arriva a uno spintone, a uno schiaffo, al quale si risponde con la stessa moneta. Perché si è ragazzi e si sbaglia, ma poi si torna a giocare a pallone insieme”.
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E invece, un giovane albanese, incensurato e con regolare permesso di soggiorno, ha pagato il suo semplice interessamento per dirimere una discussione fra ragazzini. “Quello che è successo al giovane Flori Mesuti è inaccettabile, inumano – scrive ancora Decaro – Io sono sconvolto e non posso accettare che nella mia città succedano cose di questo tipo. Fosse uno schiaffo, uno spintone o una parola un po’ più forte, un ragazzo di 25 anni non può perdere la vita per aver cercato di sedare una lite tra ragazzini. Confido nella giustizia e spero che queste persone ricevano il trattamento che meritano”.
Arriva a questo punto l’invito alla ribellione, al fare fronte comune per reagire in maniera costruttiva: “Ma è anche la città che deve reagire. Non possiamo continuare a subire tutto questo. Non possiamo convivere con queste persone come se nulla fosse, li conosciamo, sappiamo chi sono, abitano nella porta accanto alla nostra e li salutiamo quando li incontriamo. È arrivato il momento di dire basta, di puntare il dito contro queste persone, si devono vergognare, devono sentire il peso dei nostri sguardi. Sguardi che devono toglierli la pelle dal corpo. Solo così riusciremo a liberare la nostra città da queste persone piccole che si sentono grandi e pensano di avere potere solo perché hanno una pistola in tasca. Io voglio dire basta e spero che tutti i baresi scelgano di dire basta insieme a me”. Le decine di commenti che seguono, alcuni concordi e altri scettici, raccontano di una città stanca di subire, di una criminalità incontrollata e troppo spesso più forte di chi vorrebbe fermarla.
E su Facebook il nuovo delitto viene commentato anche da Desirée Digeronimo, ex pm antimafia di Bari, ora consigliere comunale: “Ormai a Bari si ammazza un ragazzo di 25 anni solo perché ha dato uno schiaffo a un ragazzino intervenendo in una rissa. La situazione è degenerata ed è sotto gli occhi di tutti fanno quello che vogliono impunemente e con totale disprezzo della vita altrui. E poi dicono che la mafia non esiste: controllo del territorio-intimidazione-omertà gli ingredienti essenziali e ci sono tutti”. Francesco Preite, responsabile del centro giovanile dell’oratorio della chiesa del Redentore dice invece: “Chiediami alle istituzioni una presenza reale e concreta – dice – garantendo un presidio di pubblica sicurezza sul territorio ma anche promuovendo, riconoscendo e sostenendo i luoghi educativi di prevenzione del territorio.Non solo repressione e controllo, ma anche prevenzione e promozione.Tra questi luoghi di prevenzione educativa, l’Oratorio e l’intera opera salesiana del Redentore, sono al servizio dei minori e dei giovani della città di Bari. Quello che chiediamo – conclude – è soltanto il presupposto per iniziare a pensare all’elaborazione di un piano strategico operativo per il quartiere Libertà che veda il coinvolgimento delle scuole, associazioni, cooperative, di quanti vogliono non un quartiere migliore, ma una città migliore”.
E intanto, proseguono le indagini sul delitto, per il quale ci sarebbe già una persona sospettata. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bari, che stanno completando tutti gli accertamenti del caso, avrebbero già un’idea della persona che ha sparato: si tratterebbe del figlio di un noto boss della zona, intervenuto con la pistola per difendere un suo stretto parente.