«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Mc 9,37; cfr Mt 18,5; Lc 9,48; Gv 13,20). Papa Francesco, ieri ha iniziato con queste parole, il suo messaggio per celebrare la giornata del migrante e del rifugiato.

L’immigrazione oggi, determina l’inevitabile contatto tra culture diverse e lontane che si incontrano, comportando una ricchezza ma anche un rischio. Rischi legati all’incontro tra mondi diversi, che possono sviluppare intolleranze e conflitti. In Italia, con il passare del tempo risulta essere sempre più preoccupante, a causa dell’assenza di tutele e di protezione nei confronti degli immigrati, le condizioni di vita in cui essi sono costretti a vivere nel nostro territorio.

Le conseguenze più drammatiche, sono senz’altro la diffusione del razzismo e della xenofobia, che diventano stati d’animo sempre più frequenti nella nostra società.

Dilaga un atteggiamento di chiusura nei confronti dell’altro, la cittadinanza diventa causa di discriminazione. I diritti della persona, che teoricamente dovrebbero esseri garantiti a tutti gli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle e dalle proprie origini, divengono prerogativa di pochi fortunati, a differenza della maggior parte, che continua a vivere nella solitudine delle loro “diversità”.

La giornata del Migrante, per questo motivo, si ripropone come un momento importante per l’intera comunità, un’occasione gioiosa di festa per favorire l’incontro tra culture e tradizioni di Paesi diversi. Ed è cosi, che è stata celebrata ieri, presso l’Istituto dei Salesiani di Bari, dove balli, sapori e profumi, hanno reso possibile con l’aiuto di tutta la comunità, una testimonianza di gioia e unione. Un evento unico, per dimostrare l’integrazione dei popoli e delle culture come valore imprescindibile di civiltà.

Ricordandoci come ieri ha affermato Papa Francesco: Dio si è fatto uno di noi, in Gesù si è fatto bambino e l’apertura a Dio nella fede, che alimenta la speranza, si declina nella vicinanza amorevole ai più piccoli e ai più deboli. Carità, fede e speranza sono tutte coinvolte nelle opere di misericordia, sia spirituali sia corporali…”

Dott.ssa. Elena M. Gasparini