Nella serata di ieri (venerdì 3 marzo, ndr) l’Associazione di Promozione Sociale “Laboratorio Don Bosco oggi: Educazione-Cultura-Pastorale (= DB LAB)”, settore culturale dell’Istituto Salesiano Redentore di Bari, ha celebrato il secondo anniversario dalla sua fondazione inaugurando le attività educative, sociali, formative e culturali per l’anno 2017. Tra cui figurano il Corso di Comunicazione Sociale e i due Short Master in collaborazione con l’Università di Bari: “L’educatore nei servizi per minori”; “Progettazione, gestione e coordinamento dell’Oratorio”.
Il saluto di don Francesco Preite – direttore Istituto Salesiano Redentore – ha aperto l’evento. Don Preite ha sottolineato l’importanza di una matrice culturale ben solida, veicolo fondamentale in un quartiere come il Libertà di Bari dove la dispersione scolastica è molto alta: “Dobbiamo essere operatori di cultura, creando quella mentalità positiva che ci permetta di scovare in ogni ragazzo quel punto accessibile al bene, come amava ricordare don Bosco. Per fare tutto questo abbiamo bisogno di azione preventive, in parallelo all’azione repressiva operata dalle forze dell’ordine”.
In seguito la parola è passata al Prof. Luigi Lafranceschina (docente di Pedagogia ed educazione interculturale presso l’Istituto “San Nicola il Pellegrino” di Trani), che ha rimembrato la figura di un grande salesiano: don Gino Corallo, del quale ha ricordato la proposta pedagogica incentrata sull’educazione alla libertà morale e ai valori perenni dello spirito.
“Don Gino è stato un salesiano che ha donato un enorme bagaglio culturale alla collettività – ha sottolineato il Prof. Lafranceschina – Un uomo ricco di affetti che merita certamente uno studio approfondito. È stato un educatore esemplare. La morte non può assolutamente cancellare quel dono educativo che ci ha lasciato in eredità”.
Sulla mancanza di educazione e di valori etici e culturali nella storia contemporanea, che hanno portato al degrado della Res Publica, si è focalizzato l’intervento del Prof. Alfonso Pisicchio, docente dell’Accademia di Belle Arti e Presidente della Sesta Commissione della Regione Puglia.
Solo con il recupero di quelle virtù etiche è possibile un impegno serio e concreto della collettività nella «cosa pubblica»: “In questo percorso di formazione è fondamentale il ruolo delle istituzioni – ha ricordato Pisicchio – che hanno il compito di formare ed educare alla cultura del saper vivere. In quanto piccoli gesti di inciviltà, non curati, si ingigantiscono sfociando in eventi di cronaca nera. L’impegno sociale non deve mai venire meno in ogni uomo, in quanto un individuo solo non esiste. Non deve esistere. Ogni individuo deve soddisfare le sue esigenze nella e per la società”.
Inoltre Pisicchio, al termine del suo intervento, ha voluto elogiare la comunità salesiana di Bari per l’operato svolto a servizio del prossimo: “I Salesiani sono un esempio per antonomasia di legalità, nonché una rete sociale e culturale”.
Tra le attività formative promosse dall’Istituto Salesiano Redentore per l’anno 2017 figurano i due Short Master – coordinati dal “Laboratorio Don Bosco oggi” – in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari: “L’educatore nei servizi per minori”; “Progettazione, gestione e coordinamento dell’Oratorio”. A presentare questa neonata sinergia è stato il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, prof. Antonio Felice Uricchio.
“Questo sodalizio tra il Redentore e l’Università di Bari è un’attestazione di forte e piena sintonia tra queste due realtà. Con questi due Short Master viene istituita una nuova formula, che ci permette di mettere all’interno di percorsi formativi anche competenze esterne facenti parte del nostro territorio”.
Non è mancato un accenno, da parte del Rettore, alla figura di Aldo Moro: “Nel 2016 abbiamo celebrato il centenario della nascita di questo grande uomo. Bisognerebbe incitare i giovani a riscoprire la visione etica dell’insegnamento politico e cristiano di Moro. Valori questi, in epoca precedente, sperimentati anche da Don Bosco che nel quotidiano attuava il fine educativo che gli era stato prefigurato da Dio”.
Il discorso conclusivo dell’evento è stato curato da don Giuseppe Ruppi, presidente dell’APS “Laboratorio Don Bosco oggi”, che ha voluto sottolineare un aspetto fondamentale dell’essere cristiano: quello relativo alla cultura del dono.
“La nostra vuole essere un’esperienza concreta, proiettata all’altruismo – ha commentato don Ruppi – Il nostro settore, formato da giovani laici ricchi di buona volontà e di entusiasmo, vuole donare cultura vivendo di pari passo un’autentica esperienza di fede”.