La festa del Natale

 CORSI E RICORSI DELLA STORIA

La data del 25 dicembre, per ricordare il Natale, risale al IV secolo, quando i cristiani sostituirono la festa del sole, con il culto a Dio, vera Luce del mondo. Sant’Agostino è tra i primi a esortare i fedeli a celebrare non una stella, ma il Creatore dell’universo fatto uomo. Nel 1100, il Natale è già la festa religiosa più importante d’Europa.

I primi cristiani non aboliscono i riti pagani, ma li trasformano. Infatti, sostituiscono la festa degli spiriti con quella di tutti i Santi e i saturnali con il carnevale; cambiano le lupercalie e il culto del dio lupercocon la festa della presentazione di Gesù Bambino al tempio e di san Valentino; convertono i riti orgiastici del dio priapo nella festa della Vergine Maria…. I templi pagani non sono distrutti, ma trasformati in chiese. Il Dio che gli uomini avevano cercato fin dall’alba della storia, anche attraverso le feste e i templi pagani, viene Egli stesso ad abitare nelle vicinanze dell’uomo e il Suo irrompere nella storia non distrugge il passato, ma lo assume e lo rinnova.

L’evento del Natale non riguarda solo il mondo religioso, ma anche quello civile. La nascita di Gesù, infatti, dà inizio a una nuova era, quella cristiana. Viene riformato il calendario che, d’ora in avanti, distingue i periodi “prima” e “dopo” Cristo. Non è un cambio solo formale, perché la nascita di Gesù umanizza il mondo e fa diventare più civile il corso della storia: scompaiono gradualmente i giochi gladiatori, nei quali si spettacolarizzava la morte; si impedisce al padre di esercitare il diritto di uccidere un figlio nato storpio ed è proibito ai benpensanti di lapidare le adultere. La buona novella di Gesù, nel corso della storia, permette anche ai più poveri della terra di avere strade, acquedotti, ospedali e scuole. Secondo Maritain, in duemila anni, il vangelo è stato fonte di ispirazione per la democrazia e la difesa dei diritti universali dell’uomo.

Purtroppo, oggi, stiamo assistendo al processo inverso, le solennità cristiane stanno ritornando a essere pagane: la festa dei Santi è sostituita dal macabro rito degli spiriti, o di halloween; il Natale è diventato un frenetico correre nei centri commerciali; la cultura dell’accoglienza e della solidarietà è oscurata dalla chiusura egoistica in difesa della propria etnia; la felicità è ridotta all’acquisto dell’ultimo smartphone; la teoria del gender vuole limitare la distinzione tra maschio e femmina a un mero fatto culturale, per cui ognuno può scegliere il genere che vuole; la dittatura della finanza riduce l’uomo a una sola dimensione, quella economica. Si sta profilando lo scenario previsto da Gian Battista Vico, quando affermava che il corso storico di una civiltà, a un certo punto entra in crisi, perché i valori e gli stili di vita si indeboliscono e si corrompono. Se in questo frangente, sostiene il filosofo napoletano, l’umanità si mostra incapace di rinnovarsi, si intravede la drammatica prospettiva di un regresso o ricorso della storia; una specie di rimbarbarimento in cui si riproducono, con le dovute differenze,gli stili di vita dei “primitivi e selvaggibestioni”.

Carissimi amici, noi cristiani dobbiamo essere consapevoli di andare controcorrente, in una società in cui l’uomo esalta ciò che è effimero e si fa attrarre da ciò che non redime e non salva. Per le prossime feste, diciamo ai bambini che a Natale c’è l’usanza di scambiarsi i regali, perché Dio è stato buono con noi, facendosi uomo. E se anche noi diventiamo un “dono” per gli altri, una scintilla di Dio brillerà nel nostro cuore e illuminerà tutta la nostra vita. Buon Natale a tutti!

d. Antonio D’Angelo

Parroco