Dal 18 al 25 gennaio, si svolge la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L’iniziativa ecumenica coinvolge, con la preghiera, tutte le confessioni cristiane, per il raggiungimento della piena unità, secondo il volere di Cristo stesso che, nell’ultimo discorso ai suoi discepoli, prega “perché tutti siano una cosa sola”. E aggiunge: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).

Questa iniziativa nasce in ambito protestante nel 1908. Le prime aperture in ambito cattolico risalgono a Pio XII. Ma a dare impulso all’iniziativa è Giovanni XXIII che, nel 1960, istituisce il Segretariato per l’unione dei cristiani. L’ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico avviene con il Concilio “Ecumenico” Vaticano II che, nel 1964, approva il decreto Unitatis redintegratio(“Ristabilimento dell’unità”). Il documento, parlando dei “fratelli separati”, riconosce un patrimonio comune tra i cattolici e le altre comunità cristiane, sottolineando che “coloro che credono in Cristo e sono battezzati sono costituiti in una certa comunione con la Chiesa”.

Dopo il concilio, tutti i Papi si impegnano fortemente nel dialogo tra i cristiani. Nel 1965, Paolo VI incontra il patriarca ecumenico Atenagora e insieme revocano le scomuniche reciproche tra la Chiesa cattolica e Costantinopoli, proclamate nel 1054, all’epoca della frattura tra i cristiani d’Oriente e di Occidente. Giovanni Paolo II approfondisce ulteriormente l’impegno ecumenico, in particolare con l’enciclica Ut unum sint. Benedetto XVI indica nell’unità dei cristiani una delle priorità del suo pontificato. Francesco compie gesti significativi per dare ulteriore impulso all’ecumenismo. Basti pensare all’incontro con il patriarca ortodosso russo Kirill o la fraternità, caratterizzata anche dall’amicizia personale, con Bartolomeo I, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, ampiamente citato nell’enciclica “Laudato si’“. Inoltre, è da ricordare lo storico viaggio a Lund, in Svezia, dove il Papa ha partecipato all’avvio delle commemorazioni per il 500° anniversario della Riforma di Lutero, che ricorda la tragica frattura tra i cristiani d’Occidente.

È impossibile prevedere dove ci porterà il cammino verso l’unità. Di sicuro l’obiettivo non è quello di far confluire una Chiesa nell’altra, ma quello di raggiungere, sotto l’azione dello Spirito Santo, una piena e visibile comunione sui punti essenziali della fede, senza annullare le specificità di ciascuna chiesa.

La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si conclude con la festa della conversione di san Paolo; l’apostolo che ha lottato e pregato per l’unità tra i primi cristiani. Infatti, così scrive nella prima lettera ai Corinzi: “Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire.” (1,10). Alla chiesa a Efeso Paolo spiega che i cristiani assieme sono come un solo corpo. Gesù Cristo è il capo e ogni membro fa volentieri ciò che Lui dice.

Se vogliamo crescere nell’unità, dobbiamo imparare a non aggrapparci alle opinioni e punti di vista particolari, ma a cercare assieme la luce e la sapienza che provengono da Dio e dalla sua Parola.

 

don Antonio D’Angelo

parroco