La Comunità Educativa Pastorale ed il Progetto Educativo Pastorale Salesiano

 

Tornando da un lungo viaggio in Russia, un mio caro amico mi regalò una matrioska. Come ben sapete, si tratta si un prodotto artigianale tipico della tradizione russa, caratterizzato da un insieme di bambole che si compone di pezzi di diverse dimensioni realizzati in legno, ognuno dei quali è inseribile in uno di formato più grande.

Ogni pezzo si divide in due parti ed è vuoto al suo interno per contenere altre bambole, salvo il più piccolo che si chiama “seme”. La bambolina più grande si chiama invece “madre”. Matrioska è infatti, un termine di derivazione russa матрёшка, che ha origine dal latino “mater”, madre.

Guardando la matrioska, mi è venuto in mente la nostra Opera salesiana del Redentore: un realtà unica composta da tanti pezzi simili (ambienti, settori, servizi e progetti) che ha come seme il Vangelo vissuto nello stile di don Bosco, come madre la Comunità Educativa Pastorale del Redentore, e come processo quello educativo salesiano di crescita e di responsabilità.  

La Matrioska, come la Comunità del Redentore, è quindi un simbolo di generatività educativa, di famiglia, di generosità responsabile. Una madre generativa perché educa nel suo grembo i più piccoli: i giovani ed i ragazzi in uno stile di famiglia.

Solo con questo sguardo è possibile cogliere non solo l’essenza della nostra opera salesiana Redentore, ma anche la sua unicità e complessità. La Parrochia-Oratorio, il Centro di Formazione Professionale, il Convitto per gli universitari, il Centro socio educativo diurno per minori, la Comunità Educativa per minori, il Laboratorio culturale e la Biblioteca di quartiere, ogni ambiente, settore, attività, progetto mette al centro la passione educativa per e con i giovani: condividendo non un semplice spazio ma un processo educativo fatto di volti e di storie.

La Matrioska si apre con un pezzo chiamato “madre” e si chiude con un pezzo chiamato “seme” e, come la comunità, accoglie dentro di sé storie, volti, gioie e delusioni.

Senza il seme del Vangelo, la madre Comunità ed il processo educativo, non esiste il Redentore e nemmeno è possibile educare al Redentore. Bisogna essere consapevoli che per appartenere ad una comunità ecclesiale non basta il passato vissuto in Oratorio che è memoria di bene e di gratitudine, né le idee per il presente ed il futuro che sono pareri importanti ma c’è bisogno di vivere, di presenza oggi, di considerare che la nostra presenza e la nostra azione si muove a partire dal Vangelo e dentro una comunità chiamata Redentore con lo stile salesiano di don Bosco e con gli organismi di partecipazione comunitaria preposti per l’animazione ed il governo di una comunità.

Il materiale utilizzato tradizionalmente per costruirla è il legno. Esso si caratterizza per alcune qualità peculiari come la resistenza, la durevolezza, la malleabilità. Ma è anche un materiale rinnovabile che si reinventa con facilità assurgendo a simbolo dell’amore. Il legno simboleggia il movimento verso l’esterno, è associato alla nascita e alla stagione primaverile, che com’è noto simboleggia l’inizio delle cose. La Comunità del Redentore assomiglia a questo legno: solido ma modellabile, in movimento verso l’esterno. È una Chiesa in uscita, fresca e giovane, in perenne primavera. Il legno è un materiale che ben si adatta a essere rielaborato creativamente perché capace di reinventarsi in mille modi diversi.  La Comunità non è statica ma dinamica, progetta iniziative ed attività rielaborandole in corso d’opera perché possano rispondere ai sogni ed ai bisogni delle persone, specialmente i più giovani. È un cantiere sempre aperto, un processo continuo di educazione e di evangelizzazione che è esattamente la missione salesiana del Redentore.

È la missione infatti ad essere centrale nell’Opera salesiana Redentore e nella vita di don Bosco: egli era chiaramente consapevole di essere stato inviato da Dio a lavorare per la salvezza dei giovani. La missione dona alla nostra esistenza il suo tono concreto, è il centro unificante di tutti gli elementi della vita e dell’attività sale­siana.

Forti di questa convinzione, la Comunità del Redentore ha attivato un processo di partecipazione dal basso iniziato nel 2018 che ha coinvolto tutta l’intera Comunità nel pensare, progettare e scrivere insieme la nostra missione salesiana, educativa e pastorale con e per i giovani nel quartiere Libertà a Bari.  Il Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS) è frutto di questo processo.

Per essere sempre più comunità, madre di tutti nessuno escluso, per essere fedeli al seme del Vangelo nello stile educativo salesiano di don Bosco, abbiamo bisogno di pensare, progettare, condividere, agire insieme. Il PEPS è lo strumento che ci permette di realizzare tutto questo almeno per i prossimi tre anni: ci mette in guardia da facili individualismi ed autoreferenzialità spesso alimentati da letture superficiali, da ignoranza e “zone grigie”. È il progetto comunitario di redenzione nello stile salesiano per molti giovani del quartiere e per tante famiglie che attraverso il servizio educativo quotidiano di salesiani e laici ricevono attenzione, accoglienza e cura. È la nostra visione di futuro, il sogno del nostro don Bosco per Bari, l’orizzonte di speranza generativa verso il quale camminare insieme come Comunità Educativa Pastorale.

In questo cammino di generazione che come Madre Comunità ci apprestiamo a compiere, ci sono 4 punti cardinali che orientano il nostro educare:

  • Fare casa per i giovani, comunità riconoscendo la responsabilità e centralità degli organismi di partecipazione comunitari in particolare del Consiglio CEP, superando ogni individualismo personale, di gruppo, di ambiente e aprendosi al territorio e alla cooperazione con altre realtà educative;
  • Promuovere un’evangelizzazione ed un’educazione che attraverso la catechesi, la liturgia e la cultura favorisca l’inclusione sociale specialmente dei giovani e delle persone più fragili nei vari ambienti educativi della CEP;
  • Accompagnare e favorire il protagonismo dei giovani, coinvolgendoli nel Consiglio CEP, nelle Commissioni del Consiglio CEP e nelle decisioni e processi educativi-pastorali;
  • Curare la cultura dell’ambiente vocazionale perché si realizzi la vocazione di ogni giovane alla felicità attraverso l’impegno nella promozione della giustizia, della pace e della dignità umana.

Il Redentore, come la Matrioska, accoglie tutti invitando a crescere da piccolo a grande: non è questione solo di età, ma di maturità e di santità. È una immagina bellissima che ci rimanda alla madre, una madre generativa perché ha al suo interno diversi “figli” o diverse “anime” ma tutte dentro la comunità. Rigide e tenere al tempo stesso, la Matrioska è difficilmente catalogabili poiché in grado di integrare qualità diverse. Questa è la nostra comunità del Redentore, vogliamo crescere con te che ci leggi, formando un noi sempre più unito, familiare, solidale con e per i giovani.

 

Francesco Preite

in DBLab news – Rivista della Comunità Educativa Pastorale n.2/2020